Arrampicando su "muraglie attorno bellissime"
L'associazione di arrampicata sportiva "Venezia verticale"
Nella sua immediata rappresentatività, la scelta di eleggere le rosse muraglie merlate dell'arsenale di Venezia per Pareti dove arrampicare risalta in quanto scelta retorica
consapevolmente paradossale. C'è d'altronde il gusto dell'ossimoro nell'identificare la cinta che, sull'acqua, racchiude quello che fu il cantiere d'una città stato fondata
sul mare con la palestra ideale d'una accolita caparbia di arrampicatori privi di rocce ,che si sono trovati a vivere su lagune ed ogni mattina confermano a se stessi, comunque
sia ,la propria scelta. Pareti, queste, che, affacciate sulla laguna nord, in una giornata tersa, vedono le Venezie di terra, ed insegnano a coloro che condividono una civiltà
fatta di sensibilità e mentalità plurali a rappresentare agli occhi propri ed altrui le Venezie tutte intere, quelle di ieri e quelle di oggi, dalle comunità del mare alle comunità di monti.
Nella cosiddetta età di mezzo, anzi, quei rilievi apparivano ancora più visibili di oggi. Alcuni dipinti evocano una prossimità sorprendente :non in virtù, in realtà, d'un'atmosfera
ch'era peraltro davvero pulita di quella consegnataci dagli ultimi due secoli, ma, appunto d'una prossimità strettamente evocativa della contiguità dell'ambiente veneziano e
dell'ambiente veneto.
In realtà, le mura dell'arsenale sono le uniche muraglie d'una città priva di mura che ha invece avuto per difesa - dai longobardi e dai franchi, vuole la cronachistica medioevale -
precisamente le proprie acque. Come la storia stessa della repubblica di Venezia ritrova continuità e si identifica nella storia del proprio cantiere navale, così le mura di
quest'ultimo sono in realtà il luogo in cui esso esprime tutta la propria eccezionale capacità mimetica. Il recinto dell'arsenale, infatti, non ha mai rappresentato un baluardo
semplicemente e propriamente difensivo: servì anche, naturalmente, a garantire il centro del sapere tecnico e militare veneziano da ogni spionaggio, il militare e l'industriale;
ma perimetrazione ottenuta per momenti successivi, esso costituisce il simbolo stesso della definizione progressiva dell'unità di lavoro e tecnica navali veneziane, da una parte,
della strategia retorica della Repubblica di venezia, dall'altra.
In effetti, si è notato che l'arsenale veneziano stesso rappresenta "un insieme monumentale che non discende da un progetto-guida unitario attuato nel tempo" e che cresce tramite
successive aggiunte di strutture e bacini alle dotazioni preesistenti: l'insieme che ne risulta si presenta architettonicamente unitario perché su ogni trasformazione ha sempre
ubbidito ad un complesso di vincoli costruttivi, quelli imposti dagli alti costi dell'edificazione sull'acqua sul terreno cedevole, che costituiscono la matrice stessa d'un'ordine
morfologico complessivo fondato sulla reiterazione di fabbriche omogenee, sul riutilizzo delle strutture preesistenti, sull'economizzazione degli specchi d'acqua disponibili.
Tutti i ricoveri per navigli, che costituiscono il settanta percento degli edifici all'interno delle mura dell'arsenale, sono stati, per esempio, costituiti obbedendo a questo principio.
D'altra parte, sino a quando è stato un luogo destinato alla produzione, l'arsenale è mutato incessantemente: ripercorrendo le vicende due-quattrocentesche, dall' "arzanà comunale
- un deposito, in senso stretto ed etimologico - , ancora compresente ad altri stabilimenti pubblici ed i cantieri privati diffusi in tutta la città, sino all'edificazione del cosiddetto
"arsenale nuovo", lo storico dell'architettura Ennio Concina modula accuratamente l'innovatività delle trasformazioni trecentesche: le trasformazioni e l'ingrandimento degli impianti
cantieristici veneziani non rappresentarono certamente un semplice incremento delle funzioni preesistenti, alle quali si aggiunse stabilmente, durante questi due secoli, una specializzazione
funzionale, la produzione di "gallie e nave et altre sorte de navilij del comun [...]et maxime gallie grosse", che divenne infatti progressivamente l'attività primaria ed esclusiva dell'arsenale
di Castello rispetto agli altri squeri cittadini.
